La passione vivente di Villa Musone (Loreto)

Dal lontano 1978, alle pendici del colle Lauretano, nella frazione di Villa Musone, la sera del Venerdì Santo è caratterizzata dalla sacra rappresentazione della Passione Vivente quando tutto il paese è febbrilmente partecipe.

Tra le tante Sacre Rappresentazioni che si eseguono, ormai in molti paesi, quella di Villa Musone di Loreto, seppur ripercorrendo fedelmente i passi del Vangelo, ha connotazioni molto precise e specifiche, ad iniziare già dal titolo: “La Morte del Giusto”.
Per comprendere al meglio il significato di questa rappresentazione è bene partire dal contesto spazio-temporale in cui è stata concepita.
L’ambiente: l’oratorio di Villa Musone, un giovane vice parroco, molti ragazzi intorno alla sua tonaca nera, una saletta per discutere, ascoltare musica, i primi cineforum.

Il Periodo: fine anni settanta, per la precisione autunno 1977, la moda beat, la “new generation”, aveva contagiato, con la sua onda lunga, anche i ragazzi della piccola frazione di Villa Musone, alle pendici del colle lauretano. Alcuni soltanto in maniera esteriore (i capelli lunghi, i vestiti a fiori, i pantaloni a campana) altri un po’ più sottopelle; tutti vivevamo quei periodi di rinnovamento, quella nuova primavera con l’ardore e le contraddizioni tipici della giovinezza.

L’idea: Il giovane viceparroco, P. Valentino Lanfranchi, diverse volte aveva commentato con i suoi ragazzi “Il Processo a Gesù” di Diego Fabbri; i ragazzi ascoltavano, nella saletta dell’oratorio, lo splendido musical “Jesus Christ Superstar” che A. Lloyd Webber aveva scritto a soli 23 anni.

Certo che celebrare la Pasqua rappresentando Fabbri sembrava un po’ forte, realizzare un Musical (soprattutto allora) quasi improponibile; restava l’idea di ricordare la Pasqua, e segnatamente il Venerdì Santo, in modo diverso, non tradizionale. Che fare allora? P. Valentino con alcuni suoi ragazzi, pensò bene di realizzare la Passione e Morte di Cristo all’aperto ed in costume d’epoca: non era facile passare dall’idea ai fatti. Lo stesso P. Valentino era dubbioso sulla capacità di concretizzare l’idea, ma al tempo stesso, era fermamente deciso a fare ogni sforzo per realizzarla in modo valido, sia nella rappresentazione scenica che nel rispetto della verità storica.

Inizia con questo scenario la Passione Vivente a Villa Musone, la prima edizione quasi sottovoce, realizzata tra la Chiesa Parrocchiale ed il piazzale dell’oratorio, con un prete geniale e caparbio (un bergamasco) che scrive, con la collaborazione di Giovanni Di Risio, suo allievo ora residente a Campobasso, il testo (una trasposizione molto fedele dei Testi Sacri, con l’inserimento di due elementi tipici del teatro antico, lo Speaker ed il Coro alla maniera delle tragedie greche), studia le scenografie ed i costumi, ed i suoi ragazzi (ma anche i meno giovani rispondono entusiasti) che concretizzano l’idea.

Fu un successo e tanta la gente arrivò per assistere con estrema partecipazione. Sembrò che anche il Signore approvasse l’idea; al culmine della crocefissione – nel momento in cui il Cristo rende lo Spirito al Padre – scoppiò un temporale cruento con tuoni e fulmini che, per alcuni interminabili secondi, raggelarono le membra dei presenti, scuotendo le coscienze ed allargando i cuori e più tardi, molti dei presenti confessarono di aver pianto.  

La prima rappresentazione restò, seppur fatta in maniera semplice, irripetibile.
Il manifesto che annunciava la prima edizione della “Morte del Giusto” così declamava:

Un giorno qualunque, un giudice qualunque dirà di un uomo:
ME NE LAVO LE MANI
e la gente del potere, dalle mani pulite, gioirà felice della sua tranquilla giustizia,
preoccupata, com’è giusto, di mantenere l’ordine.
Il giudizio si è fatto, per non dispiacere a nessuno.
Il Figlio dell’Uomo ritorna al suo Calvario, il Calvario dell’umanità vilipesa e derisa,
umiliata e condannata a morte dall’infame protervia di chi “può”
e dall’ignavia di chi non “può”.
Miliardi di mani che si lavano, alla ricerca di un’innocenza impossibile
perché macchiata dal sangue del Cristo.
La Salvezza riprende le sue incredibili vie… quelle percorse dal Cristo
nei nostri paesi, nelle nostre città, fra le nostre case.”

Con gli anni, la manifestazione cresce, P. Valentino affida l’organizzazione tecnica al Centro Turistico Giovanile, il Comune di Loreto e la Provincia di Ancona offrono il patrocinio, una grandissima parte della frazione partecipa per costruire i palchi, cucire i vestiti, preparare le scenografie, gli impianti luce (la Sacra rappresentazione si svolge di notte), gli impianti audio, per interpretare le parti; dal popolo ai soldati, romani e del sinedrio, dai Sinedristi a Pilato a Gesù.

Sono passati oltre quarant’anni da quella prima edizione. La Passione Vivente di Villa Musone, “La Morte del Giusto”, ha fatto molti passi, lunghi ed anche difficili, ma tutti gli organizzatori non si sono mai scoraggiati anzi, stimolati tra gli altri, dai vari Arcivescovi succedutesi nella Diocesi Lauretana hanno costantemente cercato di migliorare come testimonia il sempre più numeroso pubblico presente e straordinariamente partecipe.

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Scuola Dante Alighieri - lun/sab 09AM 6PM

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