Dal 18 novembre 2018 al 6 gennaio 2019 è visitabile presso le Cantine del Bramante della Delegazione Apostolica di Loreto e la Chiesa dell’Addolorata del Comune di Monte San Pietrangeli (Fermo) la mostra Oscar Marziali nella Terra dei Fioretti.
Artista marchigiano definito “francescano” in quanto da sempre affascinato dal carisma di San Francesco d’Assisi, raffigurò molte scene ambientate nella cosiddetta Terra dei Fioretti, ovvero le Marche, dove il francescanesimo si è rapidamente diffuso e si è fortemente sviluppato, caratterizzato da una particolare vicinanza con il sentire popolare. Marziali esegue per il convento dei frati cappuccini di Loreto due serie dei Fioretti una negli anni Quaranta e la seconda negli anni Cinquanta del Novecento. La luce e il colore sono i due grandi protagonisti della produzione artistica di Marziali, che testimoniano l’amore del pittore per la bellezza della natura, quella natura cantata e lodata da San Francesco, quale simbolo del vero e dell’anelito benevolo del Padre.
Artista italiano e cittadino del mondo, Marziali ha trascorso buona parte della sua vita da pellegrino errante prima di fermarsi definitivamente a Loreto, dove si spegne nel 1987, all’età di 91 anni. Intenso il suo rapporto con l’America Latina e in particolare con l’Argentina, dove a soli due anni vi si trasferì con la famiglia, e dove tornò ripetutamente, portando i suoi lavori, esponendo dipinti e insegnando pittura. Nell’ottobre 1928 a Buenos Aires, nella Galleria Witcomb in Calle Florida presentò alcuni quadri con paesaggi bellunesi e vedute veneziane. Nel novembre 1929 a La Pena, un circolo di intellettuali, mise in mostra soggetti legati a scene di vita quotidiana. Nel 1930 curò diverse mostre nella città di Mendoza, nella quale dal 1956 al 1959 fu anche direttore dell’Accademia Nazionale di Belle Arti (disegno e pittura).
Conteso tra due Continenti, Marziali ha lasciato innumerevoli tracce dei suoi passaggi in molti luoghi, coniugando con eccezionale sincerità, fede e natura.
Ha raccontato con le immagini, storie di semplice e umile devozione, attraverso uno stile personale, nel quale le pennellate, stese come petali sparsi, lasciano intravedere il bianco della tela che si apre in un arcobaleno di colori che esplodono scintillanti e taglienti in straordinari tasselli di luce.
Artista marchigiano definito “francescano” in quanto da sempre affascinato dal carisma di San Francesco d’Assisi, raffigurò molte scene ambientate nella cosiddetta Terra dei Fioretti, ovvero le Marche, dove il francescanesimo si è rapidamente diffuso e si è fortemente sviluppato, caratterizzato da una particolare vicinanza con il sentire popolare. Marziali esegue per il convento dei frati cappuccini di Loreto due serie dei Fioretti una negli anni Quaranta e la seconda negli anni Cinquanta del Novecento. La luce e il colore sono i due grandi protagonisti della produzione artistica di Marziali, che testimoniano l’amore del pittore per la bellezza della natura, quella natura cantata e lodata da San Francesco, quale simbolo del vero e dell’anelito benevolo del Padre.
Artista italiano e cittadino del mondo, Marziali ha trascorso buona parte della sua vita da pellegrino errante prima di fermarsi definitivamente a Loreto, dove si spegne nel 1987, all’età di 91 anni. Intenso il suo rapporto con l’America Latina e in particolare con l’Argentina, dove a soli due anni vi si trasferì con la famiglia, e dove tornò ripetutamente, portando i suoi lavori, esponendo dipinti e insegnando pittura. Nell’ottobre 1928 a Buenos Aires, nella Galleria Witcomb in Calle Florida presentò alcuni quadri con paesaggi bellunesi e vedute veneziane. Nel novembre 1929 a La Pena, un circolo di intellettuali, mise in mostra soggetti legati a scene di vita quotidiana. Nel 1930 curò diverse mostre nella città di Mendoza, nella quale dal 1956 al 1959 fu anche direttore dell’Accademia Nazionale di Belle Arti (disegno e pittura).
Conteso tra due Continenti, Marziali ha lasciato innumerevoli tracce dei suoi passaggi in molti luoghi, coniugando con eccezionale sincerità, fede e natura.
Ha raccontato con le immagini, storie di semplice e umile devozione, attraverso uno stile personale, nel quale le pennellate, stese come petali sparsi, lasciano intravedere il bianco della tela che si apre in un arcobaleno di colori che esplodono scintillanti e taglienti in straordinari tasselli di luce.